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IL DIRITTO PENALE E LE SFIDE DEL MONDO VIRTUALE

A cura dell’avvocato Piera di Stefano

Le nuove esigenze di tutela penale dei diritti dei cittadini emerse progressivamente con l’uso diffuso e, per certi versi, imprescindibile, del web e, in generale, delle nuove tecnologie hanno giocoforza messo a dura prova il legislatore nazionale ed europeo, adeguando strumenti normativi ed investigativi preesistenti e predisponendone di nuovi, in gran parte ancora non sufficientemente “maturi”, dal punto di vista dell’efficacia applicativa.

Per citarne solo alcuni, ricordiamo la Convenzione di Budapest sulla criminalità informatica del 23 novembre 2001, il cui secondo Protocollo addizionale è stato siglato il 12 maggio 2022, che rappresenta l’unico strumento vincolante, a livello internazionale, nell’ambito della lotta alla criminalità informatica, costituendo una “guida” per predisporre le norme e le procedure per combattere il cd. cybercrime, mediante, altresì, il potenziamento dell’efficienza delle indagini.

Più di recente, il 26 gennaio 2023 il Consiglio e il Parlamento UE hanno raggiunto l’accordo sulle proposte, rispettivamente, di Direttiva sulla nomina dei rappresentanti legali, e di Regolamento relativo agli ordini europei di acquisizione e conservazione all’estero delle prove elettroniche in materia penale (COM(2018)225 final), entrambe presentate dalla Commissione UE il 17 aprile 2018.

Obiettivo di tali proposte, tra loro complementari, è quello di adattare i meccanismi di cooperazione tra gli Stati Membri all’era digitale, fornendo alle autorità giudiziarie e di contrasto strumenti:

1. rapidi e semplificati, per combattere le moderne forme di criminalità e tali da superare le lungaggini burocratiche dei cd. Paesi di esecuzione;

2. vincolanti per i service providers che offrono servizi nell’Unione europea, obbligandoli anche a nominare un rappresentante legale;

3. uniformi nel territorio UE, ponendo fine alla frammentazione delle normative nazionali di riferimento.

Le sfide di “risposta” e “contrasto” ai rischi di commissione di reati propri del mondo digitale contemporaneo sono, peraltro, destinate ad aumentare e a diversificarsi.

Non si può, invero, non tener conto, già da ora, delle problematiche, in termini di punibilità in concreto dei reati, connesse all’uso del Metaverso, il quale ripropone, prima fra tutte ed in termini ancora più complessi, la questione dell’applicabilità del principio di territorialità (artt. 4, 6 c.p., art. 8 c.p.p.), che i Giudici nazionali hanno già avuto modo di sviscerare nelle innumerevoli pronunce sui reati di accesso abusivo ai sistemi informatici e telematici, diffamazione on line, riciclaggio tramite criptovalute e altri.

Il funzionamento del Metaverso pone i giuristi più attenti di fronte alla necessità di rimeditare sui pilastri del nostro sistema penale, quali, tra gli altri, i principi di personalità della responsabilità penale, di materialità del fatto di reato (elemento oggettivo e soggettivo), di offensività, in astratto ed in concreto, della condotta.

Conoscere, approfondire, esplorare queste tematiche anche in relazione alla cd. “realtà degli Avatar”, rappresenta una condicio sine qua non per coloro che intendono intraprendere un percorso di studi giuridici che sia in grado di far loro acquisire le giuste competenze, e non solo, per diventare professionisti-protagonisti della realtà odierna, ma anche e soprattutto per contribuire, anche su tale specifico fronte, attraverso il ruolo sociale che la figura dell’avvocato ha da sempre orgogliosamente rivendicato, al mantenimento e rispetto delle garanzie della società democratica, nella quale il sistema giustizia, con i suoi ruoli, funzioni e declinazioni, deve essere in grado, in tutto e per tutto, di rispondere con efficacia, equilibrio ed equità alle istanze di tutela dei diritti dei cittadini e delle imprese.